Curare una persona significa visitarla, fare una diagnosi e somministrarle dei farmaci, ma tutto ciò, seppure indispensabile per la salute, non basta per ottenere una guarigione completa a 360 gradi. Perché si può sempre più guarire dal cancro, ma se non si sta bene psicologicamente è una guarigione a metà. La cura di una persona passa anche attraverso atti non medico-sanitari, ma di sicuro impatto sulla psiche e sul corpo; per esempio, essere accolti da amici per un pranzo in libertà è fonte di gioia e serenità e giova al recupero psicologico di chi sta male.
un evento diventato una ricorrenza
E così, circa 10 anni fa, Varese per l’oncologia decise di mettere in pratica il concetto dell’umanizzazione delle cure, offrendo ai malati un momento conviviale che permettesse a tutti, personale medico e paramedico incluso, di conoscersi meglio e fuori dall’ospedale; si decise che i camerieri della manifestazione – che fu chiamata ‘Il paziente è servito’ – fossero proprio i medici, gli infermieri ed i volontari. Fu un’esperienza coinvolgente ed in alcuni momenti anche commovente e la totale mancanza di esperienza dei novelli camerieri fu accolta con affetto dai commensali, suscitando sorrisi e frasi di incoraggiamento, proprio come avrebbero fatto con un amico in difficoltà con un nuovo lavoro. Fu un tale successo che ci chiesero di ripeterla annualmente. Ci siamo incontrati in luoghi diversi, persino su un battello sul lago Maggiore che impegnò ancora di più i novelli camerieri. E che dire di Villa San Martino di Barasso con lo splendido parco che offre un meraviglioso affaccio sul lago di Varese? E come dimenticare le musiche e le diverse attività collaterali? La prossima edizione è già in preparazione.